martedì 30 giugno 2009

The Magpie (La Gazza)

Questo è l'update del post scritto qualche giorno fa, quello contenente le foto della nuova dima.. e questo è l'arco che in quelle foto appariva appoggiato e grezzo sulla medesima.
Un po' di lavoro, una mezza giornata con Cristina per stabilire il suo esatto libbraggio, carteggiatura e vernice ed eccolo qui, il primo nato da quella forma, studiato per incrementare la velocità senza penalizzare fluidità di trazione e la stbilità del longbow. Le misure: lungo 66" trazione 37#@28" , sul filo del rasoio la potenza, nel senso che è gestibile ma con un minimo di allenamento, per contro avrei rischiato di produrre un longbow troppo morbido..
I materiali scelti per il riser sono mogano, acero e difou (quello giallo) stratificati, acero e difou sono stati impiegati anche per i tips..
Flettenti in ciliegio americano e lamina centrale costituita da strisce di acero e bubinga alternate.. è stata usata anche una Powerlam, ovvero una lamina centrale degressiva lunga complessivamente 28" che ha il compito di irrigidire la zona delle fadeout del centrale e spostare così il primo sforzo di trazione verso la parte centrale dei flettenti.
L'arco va, e va bene, ovviamente bisognerà utilizzare frecce leggere e non troppo rigide (ve lo immaginate un 37# che tira delle 23/64???) ma a 18 metri, con frecce di 350grani le traiettorie sono belle tese e dopo il rilascio la botta al bersaglio non si fa desiderare.. Un piccolo successo per essere il primo nato di una nuova serie..
Cristina, buon divertimento anche a te :-)

domenica 28 giugno 2009

E finalmente..l'82 libbre

Ne ho parlato un po', con i suoi dubbi, i suoi problemi, ritardi e perplessità ma finalmente è finito!!!
Stingray da 82 libbre a 28" di allungo, il tutto reso ancora più cattivo da una lunghezza di 64", degnamente mitigato da una livrea bicolore: solo acero e zebrawood, anche nel riser, per il quale ho scelto un incastro a mezzaluna con due accents alternati delle stesse essenze.. personalmente trovo che lo zebrawood sia fantastico, è un ottimo legno da archi e mostra tutte le tonalità dall'oro al nero... i tips fanno piccola eccezione, vista anche la potenza del longbow ho optato per materiali sempre naturali ma resistenti, ebano viola e dente di ippopotamo..piccolo il tip, ma si fa vedere..
L'aspetto è senza dubbio molto più mite del suo carattere, questo è un arco che deve essere usato da un arciere con meccanica motoria più che in ordine, oltre che esperto e ben conscio delle proprie possibilità e limiti fisici.. si perchè qui siamo già in quel campo dove non basta "volere", questo se non tiri non arriva all'aggancio, e sembra che ad un certo punto tiri più lui di te.. questo non se la fa sotto, se la ride quando se la fanno sotto quelli che vorrebbero, ma proprio non possono >:-)

giovedì 18 giugno 2009

Stingray per Riccardo

Ancora uno, nelle pause di lavorazione della nuova dima..
Riccardo, il primo figlio di Renè, è cresciuto molto ultimamente, ora ha 13 anni ed è alto come me e si sta facendo un bel ragazzone, purtroppo il suo primo vero longbow si è rotto ed ha davvero bisogno di un'arco più grande e potente, soprattutto più adatto al suo nuovo allungo..
Riser in bubinga con accents in padouk e frassino, flettenti con lamina interna di acero (trovo che sia il legno migliore per le lamine centrali) e lamine esterne in noce mansonia, detto anche betè.. un legno che amo ed odio allo stesso tempo, fa bella mostra di sè perchè ha delle belle tracce di violetto, una vena decisa ma discreta ed è facilissimo da lavorare visto che non impasta gli utensili, ma devo stare attentissimo alla polvere!
I casi sono due, o è lui o sono io.. spiego: se è lui vuol dire che contiene delle sostanze irritantissime e risulta così nocivo per tutti quelli che ne respirano le polveri, se sono io probabilmente sono tra i pochi ai quali le polveri provocano starnuti a raffica ed uno strano senso di pizzicore alle vie aeree superiori (fino quasi alla gola), fastidiosissimo, e persiste anche il giorno seguente.. obbligo di mascherina, occhiali e lavorazione all'aperto, possibilmente con un minimo di movimento d'aria a disperdere i fini residui di lavorazione..
Tra l'altro sembra un legno molto performante, il longbow è uscito piuttosto veloce, stabile e progressivo, digerisce tipi e pesi diversi di freccia ed è preciso... Parte del merito va anche alla particolare conformazione dei flettenti, è stato infatti operato un trapping laterale, rendendo la sezione del flettente trapezioidale con la lamina anteriore più larga di quella posteriore; in soldoni le forze se la giocano così: la parte anteriore del flettente tira, la parte posteriore spinge, siccome è più facile per le fibre del legno tornare alla posizione iniziale dopo un allungamento piuttosto che dopo una compressione, si può tranquillamente dire che questa conformazione di trapping è preferibile ai flettenti di sezione rettangolare.
Queste le foto, il responso al bersaglio è presto spiegato: circa 18 metri, tirato una freccia e con la successiva ho mirato alla cocca della precedente, cambiato punto di mira per la terza e con la quarta di nuovo a mirare la cocca di quella appena tirata, terzo gruppo stesse modalità... D'accordo sono frecce in alluminio quindi sono più precise, però anche con le sue frecce in cedro le rosate sono tranquillamente assimilabili a queste..
Dimenticavo: 66" di lunghezza, 48 libbre @ 28", finito con vernice poliuretanica, tips in fibra rossa e corno di capriolo per supportare la corda in Fast Flight...
Riccardo... buon divertimento :-)

mercoledì 17 giugno 2009

Nuova dima e nuovo arco

Questa è proprio recente, è stata finita e propriamente adattata sabato 13 giugno.. conoscendomi bene, e sapendo che non riesco a resistere quando ho un nuovo giocattolo, domenica 14 ho preparato lamine, riser, fibra e le bande di gomma per un nuovo arco.
Quasi tutte novità all'interno del nuovo longbow: la lamina centrale è una actionwood che mi sono costruito da solo alternando strati di acero e strati di bubinga, questo dovrebbe dare più reattività al rilascio senza rinunciare alla stabilità ed all'assenza di vibrazioni.. ho inserito una powerlam, ovvero una lamina corta, centrale e degressiva fino a zero, dovrebbe spostare il punto di flessione all'esterno delle fadeouts del riser, e poi ho usato un nuovo legno, si chiama Difou, è africano e si presenta di un bel giallo con una finissima tessitura, più che una prova nel senso di resistenza e flessione è più una prova di estetica...le prestazioni saranno valutate alla prima prova di tiro, su quelle non posso sorvolare!!! Molto azzeccata anche la stessa dima, che è perfettamente simmetrica.
Queste sono le foto di dima ed arco appena usciti dal forno e liberi dalle bande di pressione...
Nel mentre ho terminato l'arco di Riccardo, posterò le foto stasera o domani, e finalmente arriva al termine anche il famoso 82# di acero e Zebrawood.. giusto il tempo di fare l'impugnatura in pelle e la corda...

lunedì 8 giugno 2009

Verniciatura

Sempre sull'onda di quanto scritto nel post precedente: si vive e si impara..
mannaggia però sempre a spese proprie!!!
Stavolta due parole sulla vernice che andrà a proteggere l'arco da intemperie e intemperanze (una volta nella vita sarà capitato a tutti di sbattere l'arco per terra, meglio se terra nuda di un campo di tiro...), bene, questa vernice deve essere dura, elastica, possibilmente ben aggrappata all'arco oltre che dall'aspetto piacevole e piacevole al tatto; cosa che non tutti sanno deve anche proteggere i legni dell'arco dall'azione della luce: ci sono alcune essenze che si presentano in colori splendidi che con l'andare del tempo si ossidano e prendono colori del tutto banali, il solito marroncino chiaro o marrone scuro senza particolari attrattive.. uno di questi è il Padouk, rosso aranciato al taglio, poi rosso, poi porpora e poi marrone, un comunissimo marrone.....
Non tutte le vernici vanno bene, quella delle bombolette è bella da vedere all'inizio ma poi si sfoglia, le nitro e le sintetiche si staccano dalla fibra e quelle bicomponenti, che in teoria sarebbero al top, oltre a prezzi stratosferici richiedono una esatto dosaggio di vernice-catalizzatore-diluente; se ne faccio anche poca di più quella avanzo la devo poi buttare perchè la reazione è cominciata.. le epossidiche dopo qualche mese fanno quell'effetto chiamato "craquelet", una roba che sta da cinema sulle antiche opere d'arte e nel decoupage ma che con i longbow è nientemeno che deleteria...
La scelta della vernice è caduta su un particolare prodotto: poliuretanica monocomponente, satinata e con filtro UV; ha il pregio di non colare, non scioglie le scritte sull'arco, protegge molto bene e sopporta benissimo urti e graffi, ha il difetto di impiegare quasi un'intera settimana per asciugare...
ok, non è un'eternità ma è pur vero che devo ancora fare la corda e l'impugnatura di pelle, mi sembra un po' tempo sprecato..
Mi metto quindi alla ricerca di un prodotto più rapido e stavolta decisamente opaco nell'aspetto finale: ho trovato un vetrificatore per parquet, sempre poliuretano monocomponente che asciuga da un giorno all'altro.. Benissimo!! (16€ per poco più di mezzo litro...)
Parto alla grande verniciando ben 2 archi, ed il giorno dopo mi presento (con uno solo dei due) al campo per le prove... è bastato un minimo colpetto contro il freno a mano della mia auto per scheggiarlo!!!!
Toppata clamorosa, sempre qualcosa da rimettere a posto con ulteriore aggravio sui tempi di lavoro, soldi buttati e incipiente incazzatura per disfare una cosa già fatta e rifarla di nuovo... e come? carteggio 5 mani di poliuretanica sapendo che si scheggia come niente ma resiste tantissimo all'abrasione? sverniciatore? per fortuna non ho il dubbio di dover usare o no (NO! NON SI USA!!) un termosoffiatore ....
Ma porca miseria.....