venerdì 13 marzo 2009

Il n° 2

Eccolo qua, secondo nato dopo una correzione della dima e dopo un'attenta valutazione dei difetti del primo per eliminarli in via definitiva..
Sempre 66" (ci credo fermamente in questa lunghezza d'arco, metà strada tra la troppa paciosità di un 68" e la frequente isteria di tanti 64") ma un po' meno potente del primo: 58#@28" .
Riser in Teak con motivo centrale in lamine di Frassino, Teak ed Acero (si chiamano accents), limbs tutto Acero costituiti da 3 lamine, due degressive ed una parallela impacchettate in una fibra di vetro diversa da quella utilizzata per il primo arco, forse non così performante ma sicuramente più regolare nella "tessitura" , il risultato è una perfetta trasparenza senza le righe opache ben visibili nel precedente. I tips sono stati realizzati in corno di cervo con un'accent di fibra rossa.
Anche questo arco è molto docile ed intuitivo, impugnatura ferma nella mano, nessuno stack nella trazione che è dolce e progressiva; sia questo che il primo sono stati ampiamente testati all'interno della palestra nella quale ci riuniamo ogni sabato in una ventina di arcieri ed è stato praticamente provato da tutti , allunghi, trazioni e frecce diversi e nessun problema, digerisce tranquillamente aste da 5/16 come 23/64 con spine e pesi diversi, e molti arcieri già ai primi tiri hanno visto restringersi le proprie rosate.. la prova li ha esaltati..
Ho cambiato il nome: il primo si chiama Devil's Harp ma è indiscutibilmente il mio ed è una cosa a sè, da questo in avanti si chiameranno tutti STINGRAY.. Ho solo pensato ad un paio d'ali, ma nel mondo sono stati utilizzati i nomi di tutte le ali di volatili dai questo mondo, dall'aquila al gabbiano passando per tutta la serie dei rapaci e di altri volatili meno aggressivi.
Le mie "ali" sono un po' diverse, Stingray è il nome inglese delle razze marine: avrete visto un documentario sugli abitanti dei mari e degli oceani, cercate di ricordare come si muovono mante e razze nel loro elemento naturale, sono sinuose ed hanno un movimento che ammalia, si rimane a guardare stregati quel lento battito d'ali sufficiente a mantenerle "in volo" nell'acqua..
Un po' come i miei archi ai quali sono riuscito a dare una curvatura che ritengo gentile ed efficace senza sconfinare nell'esasperato, stabilità e precisione di un disegno azzeccato e che senza esprimere velocità impressionanti spediscono la freccia al bersaglio senza vistose cadute di traiettoria.

1 commento:

  1. That is a beautiful bow! So is the one below. I wish I could read your language. :-) Thanks for sending the link.

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